Torrido Mistero (2012)

Torrido Mistero racconta l’avversione atipica di Alessia Cervini al caldo estivo. Atipica perché noi italiani il caldo lo sogniamo tutto l’inverno per poi lamentarci se durante l’estate fatichiamo a sopportarlo. La verità è che i mesi più caldi non sono altro che un espediente per fuggire dalla città, dal lavoro e dalla routine.

Le spiagge affollate, la crema solare e gli amici sono tutti elementi imprescindibili della classica vacanza all’italiana; il Salento dove si trova Alessia ne è l’apoteosi.

Alessia fa della sua automobile, dotata di aria condizionata, il suo elitario rifugio, la sua avversione al caldo diviene una dote, una diversità alla quale aggrapparsi rivisitando un binomio storicamente fruttuoso: il viaggio verso luoghi sconosciuti e la fotografia. Si ritrova così a guidare senza meta per ore su strade apparentemente infinite, fiancheggiate da ulivi, asfalto e muretti. Si spinge nell’entroterra, dove l’assenza umana si contrappone al caos del litorale lasciatosi alle spalle. Munita di pellicole, cavalletto e foro stenopeico, fotografa le tappe del suo viaggio; luoghi velati, offuscati dall’afa, contornati da macchie d’ombra delle quali si avvale durante le brevi soste. 

Il sole cala. Una volta ritrovata la strada del ritorno si può infine godere la bellezza del mare, sola in spiaggia come se fosse inverno, aspettando un’alba di luna.

Niccolò Fano

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