L’apertura (2004-2007)

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Uno scatto. Un attimo. E Alessia Cervini con le sue foto apre un mondo. Un luogo silente che urla con i colori del giorno, con le ombre della notte. Le sfumature del panorama diventano suono; il suono di un pianoforte che pian piano scende nel profondo toccando le sensazioni più nascoste.

Alti e bassi fatti di luce naturale e artificiale indotta dall’artista. Che gioca con il paesaggio, ne gestisce la visuale senza però obbligare lo spettatore a sentire le proprie medesime sensazioni. Lascia libertà al pubblico. Dedica la propria foto regalando le immagini non materiali a chi, in quei panorama, può ritrovare se stesso. L’apertura avviene con calma per mezzo della distensione di una macchina che diventa conseguenza della mano, degli occhi. E sul verde della natura crea la base per una fotografia che esplode nel bianco di un cielo velato, o di un azzurro così intenso da far pensare che il colore sia stato impresso con il pennello. E quando il chiarore naturale svanisce in ombre e luci artificiali, i silenzi assumono sfumature e colori di una bellezza devastante. E quell’acqua che in ogni scatto sembra essere presente anche quando non è possibile vederla, da vita ad immagini remote, indefinite, come non definita rimane la sensazione di aver visto, finalmente, i giardini dell’eden.

 

Emiliano Eusepi

 

 

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