LITORALI DEL LAZIO 2007-2015
Sono andata a lavorare soprattutto nelle stagioni invernali, quando gli spazi sono vuoti, la luce è forte, quando i luoghi si prestano ad essere trasfigurati. Lo stato d’animo, l’atteggiamento con cui li attraverso, l’attenzione alla relazione con essi, conducono gli spazi oltre la forma fisica. Frutto di dedizione, silenzi, lunghe attese, il lavoro ha allo stesso tempo un forte legame con la realtà e con l’immaginazione. Ecco allora che nello stare, nel camminare, nel viaggiare, nell’attraversare, nell’andare lungo i lidi, ho voluto una sospensione del giudizio, un rigore, una partecipazione, una cura del luogo, e un’apertura dello sguardo. Non più rappresentazione, ma presentazione; si agisce nei domini dell’esperienza individuale, dell’esperire nuovo del fruitore che incontrerà quei luoghi attraverso le immagini a modo proprio, dando alle forme visibili della realtà del mondo il suo senso, e il loro senso. In una nuova visione in cui il quotidiano riesca di nuovo a sorprenderci. Li ho conosciuti tutti quei litorali; presi d’assalto in estate, essi restituiscono la loro parte migliore quando tutti vanno via. Chi fotografa viaggiando, muovendo il proprio corpo per esplorare, ha bisogno di perdersi e di trovarsi spaesato, da solo, senza sapere dove andare. Gli intenti, dunque. Il modo di essere presenti nello spazio. Non a caso Luigi Ghirri diceva che ”nel fotografare la cosa più importante è la postura, il modo di porsi davanti a qualcosa”. Stupirsi quindi di nuovo ogni volta di fronte a qualcosa che crediamo di conoscere già. “Litorali del Lazio” nasce in seno alla ricerca sul paesaggio da me condotta da 15 anni. I pròdromi del progetto sono del 2007. Dal 2008 al 2012 si è sviluppato il corpus centrale del lavoro. Nel 2012 è confluito nella mia tesi di laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Dal 2012 ad oggi il lavoro si sta arricchendo di una nuova fase attraverso l’uso del video. Dal 2015 il progetto è presente nell’archivio online del Fondo Malerba.